Prevenire è sempre meglio che curare! Il mal di denti purtroppo spesso e volentieri cela problematiche più o meno gravi che richiedono un intervento di uno specialista. Ad esempio, ti sei mai chiesto quando è necessario ricorrere ad una devitalizzazione dentaria?
Facciamo un passo alla volta. Prima di tutto proviamo a rispondere alla domanda “che cos’è la devitalizzazione dentaria?”. Con il termine “devitalizzazione” si indica un intervento finalizzato all’asportazione dei vari tessuti presenti all’interno del dente: polpa, vasi, nervi fino ad arrivare all’apice del dente. Come si intuisce dalla parola stessa, l’operazione pone fine alla vitalità del dente.
La devitalizzazione dei denti viene detta in gergo scientifico “endodonzia”, vocabolo che deriva dal greco “endo”, ovvero “dentro”, e che fa riferimento proprio ai trattamenti relativi alla parte interna dei denti. Si ricorre a tale tecnica quando i batteri presenti nella bocca proliferano e causano l’insorgere di un’infezione talmente estesa da intaccare il tessuto polpare. Lo stato di salute precario della bocca si traduce così in continui dolori per il paziente, anche con la comparsa di possibili ascessi, e in denti estremamente sensibili al caldo e al freddo.
I motivi alla base dell’infezione sono riconducibili a:
La devitalizzazione dentaria, se effettuata nei tempi corretti, non solo risolve il fastidioso dolore ai denti, ma allunga la loro vita. Infatti, un’infezione trascurata può intaccare anche l’osso mandibolare rendendo inevitabile l’estrazione. Grazie alla devitalizzazione invece è possibile mantenere il dente naturale, il quale continuerà ad espletare le sue funzioni almeno per altri 10 anni.
Osserviamo ora da più vicino i passaggi necessari per attuare una devitalizzazione dentaria. Il primo step è rappresentato dalla panoramica. Attraverso la radiografia della bocca il dentista potrà rendersi conto con estrema precisione dello stato di avanzamento dell’infezione e soprattutto di quanto tessuto polpare sarà stato al momento intaccato.
Una volta analizzato nel dettaglio il caso, l’endodonzista procederà con un’anestesia locale assolutamente indolore. Dopodiché verrà applicata la cosiddetta “diga”: si tratta di un piccolo foglio di gomma che isola il dente mantenendo libero dalla saliva durante l’intervento. Altra funzione fondamentale della diga è evitare che il paziente possa ingerire le sostanze utilizzate durante le diverse fasi.
A questo punto lo specialista sfruttando il rilevatore d’apice, strumento essenziale per determinare con precisione la profondità del dente, effettuerà un’apertura sulla corona per iniziare a rimuovere i tessuti molli interni. Utilizzando tutta una serie di strumenti la polpa verrà rimossa completamente. Nel caso in cui l’infezione avesse causato anche la formazione di un ascesso, quest’ultimo verrà drenato per favorirne la guarigione.
Dopo la rimozione dei tessuti molli la devitalizzazione dentaria proseguirà con la pulizia dei canali dei denti, i quali verranno leggermente ingranditi per consentire il successivo riempimento in maniera più agevole. L’operazione potrà richiedere diverso tempo a seconda del dente interessato dall’intervento. Infatti, i canini sono più semplici da devitalizzare in quanto presentano un’unica radice. Al contrario sui molari, dotati di due o tre radici, ognuna contenente uno o due canali radicolari, le operazioni risultano molto più complesse.
Non a caso, a causa delle insidie presenti in alcune aree della bocca, la devitalizzazione potrebbe richiedere anche fino a due sedute per completare con successo l’intervento. Completata la pulizia di tutti i canali radicolari presenti, il dentista potrà ricorrere a specifici farmaci da applicare direttamente sui canali per eliminare eventuali batteri residui. Infine, proseguirà con il riempimento del dente. Le strade percorribili saranno due: l’otturazione o l’incapsulamento.
La prima prevede l’inserimento all’interno del canale ripulito di un materiale biocompatibile simile alla gomma, che prende il nome di guttaperca. L’endodonzista sceglierà questa opzione solamente nei casi in cui la corona del dente naturale presenterà ancora un buono stato di salute.
Se questa invece risulterà danneggiata la soluzione suggerita sarà quella dell’incapsulamento. Le dimensioni del dente naturale compromesso verranno leggermente ridotte per permettere l’applicazione di una corona dentale realizzata in metallo e ceramica, la quale conferirà stabilità e resistenza al dente.
Il post-intervento di una devitalizzazione dentaria non richiede particolari precauzioni. Il dolore ai denti che affliggeva il paziente scomparirà subito dopo il trattamento. Il dente devitalizzato potrebbe essere leggermente sensibile solo per i primi giorni.
È importante sottolineare che la devitalizzazione del dente non esclude l’insorgere di nuove infezioni in futuro. Quindi è di vitale importanza prestare particolare attenzione all’igiene orale e svolgere almeno due volte all’anno una seduta di pulizia professionale da un’igienista dentale.
Il prezzo di una devitalizzazione al dente varia a seconda della complessità dell’intervento. Come già visto nei paragrafi precedenti i molari sono in linea generale più complessi da devitalizzare rispetto agli incisivi. Di conseguenza, il prezzo medio per la devitalizzazione di un molare è di 350 euro, mentre quello per un incisivo si aggira intorno ai 100 euro.
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