Tutti noi, siamo spesso portati ad abbinare la figura del dentista semplicemente ai problemi dentali. In realtà, le attività principali, come parlare, masticare e deglutire dipendono da un sistema complesso e perfettamente coordinato. La scienza che si occupa del suo studio si chiama gnatologia. Che cos’è?
Si tratta di una disciplina odontoiatrica altamente specialistica che, oltre ad essere utile a monitorare il corretto funzionamento dell’apparato masticatorio, risulta fondamentale nella prevenzione di numerosi disturbi spesso sottovalutati o attribuiti ad altre cause.
Nelle prossime righe osserveremo da vicino di che cosa si occupa nel concreto la gnatologia, quando è necessario rivolgersi ad uno gnatologo e le modalità in cui viene svolta una visita gnatologica.
Iniziamo provando a fornire una definizione di gnatologia: è una branca dell’odontoiatria che si occupa dello studio, della diagnosi e del trattamento delle disfunzioni dell’apparato stomatognatico, ovvero l’insieme di strutture che comprendono:
Come già accennavamo in apertura di questo articolo, è limitante pensare alle problematiche del cavo orale ponendole solamente sotto l’etichetta di “male ai denti”. Infatti, è necessario avere una visione di insieme. Ad esempio, spesso una disfunzione a livello mandibolare si può riflettere sull’intero organismo dando vita a dolori cronici, problemi posturali, disturbi uditivi e perfino squilibri neurovegetativi.
La gnatologia ci permette di “ricongiungere tutti i punti” e di individuare la soluzione per ritrovare il benessere perduto. Osserviamo invece ora le varie parti che compongono l’apparato stomatognatico e le loro funzioni principali.
Nel paragrafo precedente abbiamo indicato le componenti dell’apparato stomatognatico: articolazione temporo-mandibolare, muscoli masticatori, il sistema nervoso correlato ed ovviamente i denti. Come queste parti si influenzano tra di loro?
È l’articolazione che collega la mandibola al cranio. Consente i movimenti della bocca (apertura, chiusura, lateralità) e gioca un ruolo centrale nella masticazione, nella fonazione e nella deglutizione.
Sono i responsabili dei movimenti mandibolari. Questi muscoli sono spesso soggetti a sovraccarichi e tensioni, soprattutto in presenza di malocclusioni o abitudini disfunzionali come il bruxismo.
La gnatologia studia in particolar modo il modo in cui i denti combaciano tra loro. Infatti, un’occlusione scorretta può alterare la funzione muscolare, la postura e perfino la percezione sensoriale.
Quando parliamo di sistema nervoso correlato all’apparato stomatognatico facciamo riferimento soprattutto al nervo trigemino. Esso innerva gran parte del distretto cranio-facciale e, attraverso la sua connessione con la bocca e il sistema nervoso centrale, condiziona le risposte posturali, visive, uditive e neurovegetative.
Lo gnatologo è quindi un dentista? No, o meglio non solo. È un odontoiatra con formazione avanzata specializzato nelle funzionalità dell’apparato masticatorio. La sua attività non si limita a curare i denti, ma si estende alla valutazione e alla correzione delle interazioni tra mandibola, muscoli, articolazioni e sistema nervoso.
In molti casi, lo gnatologo lavora all’interno di un team multidisciplinare, collaborando con ortodontisti, fisioterapisti, osteopati, otorinolaringoiatri, posturologi, neurologi e – nei casi più gravi – chirurghi maxillo-facciali. La gnatologia, infatti, non può fare a meno di una visione di insieme!
Non è certamente facile riconoscere i sintomi legati ad eventuali disfunzioni dell’apparato stomatognatico, in quanto questi possono essere multipli e correlabili anche ad altri tipi di patologie.
Ciò nonostante, proviamo a stilare una lista dei sintomi più comuni:
La visita gnatologica è uno step imprescindibile per individuare le cause di un disturbo a carico dell’apparato masticatorio. Ma come si svolge?
La prima parte è incentrata sulla consueta anamnesi delle condizioni del paziente, partendo dalla sua storia clinica ed analizzando i sintomi presenti. A questo punto lo gnatologo osserva con attenzione i movimenti mandibolari, la simmetria facciale, la tonicità muscolare e i punti di dolore riferiti, valutando:
Dopodiché, lo specialista potrebbe sottoscrivere al paziente degli esami approfonditi per valutare lo stato delle strutture articolari, muscolari, posturali e neurologiche che concorrono alla funzionalità della bocca.
Dopo una valutazione attenta del quadro clinico lo gnatologo potrebbe prescrivere una risonanza magnetica dell’articolazione temporo-mandibolare, un’elettromiografia di superficie o un esame baropodometrico.
La risonanza magnetica consente di visualizzare le strutture molli dell’articolazione temporo-mandibolare, in particolare:
L’elettromiografia misura l’attività elettrica dei muscoli masticatori durante lo svolgimento di azioni come il masticamento, l’apertura della bocca e così via. Nella pratica il test viene eseguito applicando degli elettrodi sul viso del paziente in corrispondenza dei muscoli interessati dall’esame. Un software registra i dati e li fornisce allo gnatologo per la sua valutazione finale.
L’esame diagnostico è utile per:
L’esame baropodometrico analizza la distribuzione dei carichi del corpo sui piedi. Il test viene eseguito sia in fase statica (il paziente resta immobile sulla pedana), sia in fase dinamica (il paziente viene fatto camminare).
La pedana sulla quale viene fatto posizionare il paziente registra attraverso dei sensori:
L’esame diagnostico ha come obiettivo quello di verificare la presenza di una correlazione tra la disfunzione mandibolare ed eventuali scompensi posturali.
Abbiamo osservato fin qui come i sintomi dei disturbi gnatologici siano molteplici e spesso difficili da individuare. Di conseguenza, anche le terapie suggerite saranno diverse e soprattutto “tagliate” su ogni caso specifico.
Diamo allora un’occhiata alle terapie più comuni!
Il bite è una placca trasparente realizzata su misura che viene posizionata sull’arcata superiore o inferiore. Ne esistono più modelli a seconda del trattamento, ma quello più comune è il bite notturno, che viene applicato durante il sonno.
Viene prescritto per:
I disturbi gnatologici si riflettono molto frequentemente in tensioni muscolari e contratture. Per questo motivo lo gnatologo collabora con ortopedici e fisioterapisti per avviare un percorso riabilitativo incentrato su terapie finalizzate a rilassare, allungare e riequilibrare i muscoli coinvolti ed ovviamente anche a correggere i problemi posturali.
Tra le pratiche più diffuse troviamo la massoterapia, la rieducazione neuromuscolare e il biofeedback per il controllo della tensione muscolare.
I disturbi gnatologici sono causati da malocclusioni, disallineamenti dentali e alterazioni dell’articolazione temporo-mandibolare. Di conseguenza, le terapie gnatologiche fin qui osservate possono essere integrate con un trattamento ortodontico mirato.
L’applicazione del celebre apparecchio per i denti è funzionale per:
La chirurgia maxillo-facciale è l’ultima opzione terapeutica, alla quale si ricorre solo in quei casi in cui l’ortodonzia e le varie terapie riabilitative non sono in grado di apportare miglioramenti al quadro clinico.
Le fattispecie che richiedono il ricorso della chirurgia sono:
Gli interventi vengono dopo una lunga preparazione ortodontico-gnatologica.
La gnatologia per offrire soluzioni realmente efficaci non può fare a meno di un approccio multidimensionale. Anche allo Studio Priotti siamo consapevoli di quanto sia importante il lavoro di equipe: proprio per questo motivo troverai da noi un team di professionisti pronti a mettere al tuo servizio tutta la loro esperienza e competenza!