Il troppo stroppia. Così anche una sostanza fondamentale per la salute dei denti potrebbe improvvisamente rivelarsi dannosa: stiamo parlando del fluoro, il quale è responsabile della mineralizzazione dello smalto dentale. Ciò nonostante, un’assunzione elevata di fluoruro (i sali del fluoro) è alla base di una patologia definita fluorosi dentale. Di che cosa si tratta?
Facciamo un passo indietro. Lo smalto dentale viene considerato da molti semplicemente come il colore dei denti. Quando va perdendo di efficacia le arcate assumano quel poco gradevole colore gialliccio. In realtà non è proprio così. Lo smalto è quella parte traslucida che ricopre la corona del dente e risulta essere anche l’elemento del nostro corpo più rigido e mineralizzato, in quanto è composto quasi esclusivamente da sali di calcio. La sua funzione è fondamentale: grazie al suo spessore (può arrivare fino a 2,5 millimetri) protegge i denti dagli attacchi batterici.
A causa di una cattiva alimentazione e di cattive abitudini – una su tutte il fumo – può andare erodendosi lasciando campo libero ai batteri che possono intaccare la parte sottostante allo smalto, ovvero la dentina. È quest’ultima la responsabile del colore dei denti.
Cosa succede invece quando si assume troppo fluoro? Si scatena un processo di ipomineralizzazione che porta alla formazione di alcune macchie bianche nei denti. In base alla loro dimensione è possibile distinguere tre tipi diversi di fluorosi dentale:
Nello stadio più grave della fluorosi dentale l’alterazione della struttura dentale potrebbe portare alla creazione di solchi ed aumentare esponenzialmente il rischio di fratture dei denti. Un altro aspetto poco piacevole, che potrebbe verificarsi nei casi più gravi, è la comparsa della leuconichia. In questo caso non parliamo di denti, ma di unghie. Infatti, l’eccessiva assunzione di fluoruro può portare alla completa decolorazione delle lamine ungueali.
Non è possibile prevedere la comparsa della fluorosi dentale. Tuttavia, assumendo determinati comportamenti si possono ridurre notevolmente i rischi. Particolare attenzione va prestata ai più piccoli: la fluorosi dentale nei bambini non è poi così rara. In tenera età si percepisce difficilmente l’importanza dell’igiene orale ed uno dei “giochi” che affascina maggiormente i bambini davanti al lavandino è quello di mangiare il dentifricio. Peccato che questo contenga alte concentrazioni di fluoruro.
Il consiglio è quello di seguire il più possibile i propri figli nelle pratiche di igiene orale e di non lasciarli mai soli con il tubetto di dentifricio. Discorso simile va fatto anche per il collutorio: in commercio se ne trovano diversi ricchi di fluoruro. Attenzione alla scelta!
Un’altra causa della fluorosi dentale va ricercata nell’acqua potabile. In alcuni acquedotti la concentrazione di fluoruro supera i 10ppm, una quantità che con il tempo potrebbe scatenare un processo di ipomineralizzazione. Prima di bere l’acqua del rubinetto sarebbe opportuno commissionare un’analisi chimica per scongiurare cattive sorprese.
Prima di addentrarci alla scoperta dei rimedi alla fluorosi dentali è necessaria sottolineare la differenza tra la patologia e i cosiddetti white spot. Entrambi le problematiche si contraddistinguono per la comparsa di macchie bianche sui denti. Tuttavia, la loro origine è diversa. Qual è quindi la differenza?
Come abbiamo osservato nei paragrafi precedenti la fluorosi dentale si sviluppa a partire dalla tenera età. Infatti, un’eccessiva assunzione di fluoro durante l’infanzia, periodo in cui lo smalto si sta ancora definendo, può compromettere la maturazione dei suoi cristalli e dar vita a delle micro-porosità, che appunto a livello estetico appariranno come delle macchie.
La genesi dei white spot è invece va ricondotta a cattive abitudini come una scarsa igiene orale e un’alimentazione non sana. Infatti, in questo caso le macchie sono generate dall’accumulo di placca batterica e da una dieta ricca di alimenti zuccherini e acidi. La combinazione di tutti questi elementi provoca la demineralizzazione dello smalto dando vita a chiazze bianche.
Il fenomeno dei white spot è comune anche tra coloro che utilizzano un apparecchio ortodontico fisso. Infatti, la presenza dei bracket rende la pulizia dei denti e delle gengive più difficoltosa: se non si presta la giusta attenzione all’igiene di queste aree, i batteri responsabili delle macchie proliferanno velocemente.
Infine, la differenza tra fluorosi dentale e white spot è anche dal punto di vista visivo. La prima si presenta con chiazze sfumate dai contorni morbidi che si distribuiscono in maniera diffusa sulla superficie dei denti. Nel caso dei White Spot le macchie presentano un’opacità ben più definita e si mostrano come un alone ben delimitato.
La comparsa delle prime macchie bianche sui denti preannuncia la fluorosi. Non bisogna assolutamente attendere che la patologia degeneri verso stadi più gravi, ma è essenziale agire il prima possibile rivolgendosi ad una specialista. Lo Studio Priotti ed il suo team di dentisti sono pronti ad offrirti le migliori soluzioni estetiche per tornare ad avere un sorriso sano e naturale.
Quali sono i trattamenti principali per ovviare alla fluorosi dentale?
Per comprendere quale intervento sia più adeguato alla tua problematica rivolgiti ad uno specialista esperto, come quelli che troverai presso lo Studio Priotti in corso Vittorio Emanuele 52 a Torino: siamo pronti a mettere al tuo servizio tutta la nostra professionalità!